[Ogni tanto leggo] Roma Città Morta

La copertina ad opera di Keison.

La copertina ad opera di Keison.

Cosa succederebbe se scoppiasse un’epidemia zombie?
Ma non in Inghilterra, in America o uno dei soliti setting che Hollywood ci propina da anni.
Cosa accadrebbe se scoppiasse anche qui da noi, in Italia, con la nostra mentalità?
Con l’idea che gli Italiani, alla fine, si sanno rimboccare le maniche e affrontare anche le più scure disgrazie.
Ecco, Luca Marengo e Giacomo Bevilacqua si sono posti questa domanda e quello che ne è uscito fuori è questo libro.
Un po’ reportage, un po’ romanzo, un po’ fumetto, Roma Città Morta descrive minuziosamente uno scenario a noi tutti familiare come la Capitale e come si vive dopo che i morti sono tornati da noi per banchettare. Continua a leggere

Ciao, Satoru

Ieri mattina, come tutte le mattine, prendo il telefono in mano e apro Facebook.
La notizia la leggo su un gruppo di appassionati di videogiochi di cui faccio parte da un po’, su cui so che non circolano cazzate.
Stento a crederci e reagisco come faccio sempre quando leggo cose del genere: cerco fonti.
E ne trovo. Non una o due. Tutti i siti del settore ne parlano, danno il triste annuncio.
Kotaku, Polygon, The Verge, Ign.com, Eurogamer.net, tutti.
E poi arriva la mazzata finale.
Quello scarno comunicato.
Uno che solo qualcuno che lo conosceva personalmente poteva scrivere.
Poche righe che mi hanno fatto esplodere. Continua a leggere

Di pixel non necessari

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Qualche mese fa ricevetti una telefonata da Paolo che mi chiedeva se avessi un’idea per un qualche format da fare insieme.
Se ne parla per mesi, si cerca di capire come organizzarsi e come riuscire a registrare qualcosa di particolare, qualcosa che non si vede spesso in giro.
“E se provassimo le schifezze che si trovano su Greenlight?” mi dice Paolo.

Un mese dopo e un paio di tentativi a vuoto a causa della mia memoria dimmerda, finalmente ci riusciamo.
Ci troviamo, impazziamo a far funzionare i giochi e ci rodiamo con un test su strada.
E mai paragone fu più azzeccato, visto che si parla di Drifting Distilled, un gioco “dove c’è una macchina che va in giro e fa cose”.
Cioè, fa cose: si drifta. O almeno ci si prova.

Qui sopra potete vedere tutti i Semafori usciti finora.
Ma gli Unnecessary Pixels fanno solo questo?
No, ovvio.
C’è anche Giulia Gioca, dove Fefo e Paolo si divertono a far giocare Giulia a robe di cui non sa nulla.
Un po’ il Clueless Gamer di Conan O’Brien, ma più divertente.
Volete il link anche di questo?
Pigroni che non siete altro.

Iscrivetevi che siamo divertenti e stiamo cercando di allargarci pure, sia come “personale” che come show.
Sta anche per arrivare un nuovo format, ma ne parleremo più avanti, che abbiamo un botto di puntate registrate e lo scoprirete con il quarto video su Cat Mario.
Questo è tutto per ora, appena si riesce si scrive d’altro.

Certo che fare gli orari “dei grandi” è una figata, ma due settimane di fila a fare sei giorni filati è un po’ troppo.
Però mi sto divertendo un mondo a registrare con Paolo e prima o poi lo convincerò a farmi partecipare a Giulia Gioca per fare lo stronzo con l’amica mia.

[RETRORece] 24: Redemption & Giorno 7

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Jack si fa una gita in Africa, Robert Carlyle smette di denudarsi contro la Tatcher  insegna e spara, un sacco di baNbini s’accollano a Jack che poi torna e assiste a miracoli sulla decima strada.
Nuovi comprimari, gente che torna dall’aldilà, tenZione sessuala appalla e un sacco di terroristi freschi freschi da far fuori.
Tutto questo come seguito della vera avventura di Jack: sopravvivere allo sciopero degli sceneggiatori del 2007.

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Viewtifulgram: Maggio e Giugno: 2 mesi in una botta

Per non dimenticare.

Per non dimenticare.

Con lo stop del blog c’è stato anche, ovviamente, l’accumulo dei Viewtifulgram da fare.
Quindi una carrellata dei due mesi passati visti tramite gli allegri filtri hipster dell’applicazione con la quale si fanno anche selfie quasi zozze.
Come sempre, un po’ di cazzi miei: la Fnac a Torino ha chiuso i battenti, stavolta per sempre, e io mi son salvato il culo in zona Cesarini facendomi trasferire in un altro punto vendita, questa volta Trony.
Sul livello personale, sono successe un po’ di cose, tra cui:

  • la scoperta definitiva di due amicizie d’annata;
  • la risoluzione di una situazione complicata che non sto a spiegare che è lunga e noiosa, ma IPOTETICA;
  • una festa di compleanno che levati;
  • il concerto della mia vita.

Fotine time?
DAJE.

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ViewtifulGram: Aprile 2014 secondo Hipstergram

E questo mese ci son cascato pur'io.

E questo mese ci son cascato pur’io.

Ah, Aprile.
Il mese in cui ho cominciato non so quanto post qui sul blog e ne avessi finito mezzo.
Però ci sono state un po’ di cose belle e di cose brutte.
Per fortuna le belle erano più delle brutte, ma le brutte son state grossine da mandar giù.
Vecchie persone che rispuntano in discorsi che non ho più voglia di affrontare, l’essersi reso conto di un po’ di cose del passato e del presente, malinconia e un po’ di nostalgia.
Ma anche novità piacevoli, un nuovo studio da finire, lavori che giungono e creano interessanti sfide, persone nuove conosciute e una sorpresa che proprio non me l’aspettavo.
Il tutto narrato tramite immagini? In parte.

IT’S FOTINE TIME. Continua a leggere

[PSEUDORece] La Fine del Mondo

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Per puro caso e grazie all’uscita in Home Video, questo pomeriggio mi sono ritrovato a vedere The World’s End, da noi bizzarramente tradotto alla lettera con “La Fine del Mondo“.
Volevo andarlo a vedere al cinema, a settembre, quando uscì, ma i signori cinematografai di Torino decisero che due giorni di programmazione bastano e avanzano.
Figuriamoci, manco fosse l’ultimo film di Edgar Wright, regista non solo di “Shaun of the Dead” e di “Hot Fuzz”, ma anche di “Scott Pilgrim vs. The World”.
Insomma, lo aspettavo proprio tanto, “La fine del Mondo”.
Che poi è l’ultimo film della famigerata Trilogia del Cornetto.
Se non sapete cosa sia la suddetta, prego grazie signori, quella è la porta.
Aria, non scherzo.
Tutti gli altri, un forte e deciso clicchete e via a calciar culi alieni.

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[RetroRECE] 24: Giorno 5

OBG

OBG

Ghomblotti così grossi che neanche Grillo, quelli che credono alle scie chimiche e quelli che continuano a dire “non siamo stati sulla Luna” potrebbero ordire, un paio di sacrifici niente male, il ritorno di un Jack Bauer sempre più portato all’autolesionismo e un finale da urla belluine.
Il quinto giorno più lungo del CTU è un continuo martellare sui complicati intrighi internazionali, rapporti diplomatici mandati a puttane in quattro e quattr’otto e mezzo cast originale trasferellato al Valhalla.
Sì, era uno spoiler.
Sì, sono una merda.
Sì, ce ne saranno altri, che la quinta stagione è un po’ complicata da spiegare senza spoilerare niente.
Quindi forza, andiamo a vedere che succede.

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[Giocati fino a ieri] Max Payne 3

"Ciao, sono Max e scelgo solo cravatte orrende!"

“Ciao, sono Max e scelgo solo cravatte orrende!”

2002: ho da poco comprato la prima Xbox, dato che il mio computer non ce la fa più a reggere i giochi. Anche perché da PC sono passato a Mac qualche mese fa e Halo è già salito al rango di “Gioco di dio”. Cerca di qua e cerca di là, mi son trovato in mano un titolo: Max Payne.
Anche se è dell’anno scorso decido di dargli una possibilità.
“Al limite lo porto da EB Games”.

2003: Francesco è il fratello minore della ragazza con cui esco in questo periodo. Il ragazzo è allegro, simpatico e da quando ha capito che mi piacciono i videogiochi, non perde occasione per farmi sbavare sul case del suo computer.
“Vieni, ho tirato giù Max Payne 2!” e subito siamo davanti allo schermo a far fuori una mezza dozzina di scagnozzi saltando al ralenti.
La mia ragazza non è felice quando vado a casa sua.
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